UGI - Il Giornale dell'UGI - REGINA MUSIC FEST: QUANDO LA MUSICA RIACCENDE LA SPERANZA

REGINA MUSIC FEST: QUANDO LA MUSICA RIACCENDE LA SPERANZA

Sabato 8 giugno 2024, si è replicata la bellissima iniziativa del Regina Music Fest, una festa a cielo aperto, svoltasi sul piazzale e nei prati davanti all’entrata dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Cantanti, personaggi del mondo dello spettacolo, associazioni varie, scuole e ovviamente l’UGI, hanno regalato un pomeriggio di musica, balli, intrattenimento per grandi e piccini sotto l’egida, ovviamente della professoressa Franca Fagioli, che ha accolto, con sentite e calorose parole, sia le famiglie dei pazienti ancora in terapia, ma anche quelle off therapy, oltre ai numerosi volontari e sostenitori. Non elencheremo in questo articolo i singoli partecipanti, perché i loro nomi sono così numerosi che riempiremmo, solo con la loro elencazione lo spazio a disposizione e i nostri ringraziamenti li abbiamo, del resto, già fatti pubblicamente, oltre che alla festa, anche sulla nostra pagina fb e su tutti i nostri canali: in questa sede vi racconteremo, invece, cos’è il Regina Music Fest e cosa rappresenta a chi non ha avuto l’occasione di parteciparvi e lo faremo attraverso un piccolo spaccato di questa festa. Alcuni piccoli pazienti sono scesi in piazza, ovviamente accompagnati dallo splendido personale del reparto che li ospita e dai genitori. Una piccola paziente trasmette a una volontaria dell’UGI la propria voglia di incontrare Mattia Villardita, il famoso Spiderman che gira gli ospedali di tutta Italia, allietando i piccoli ammalati. Quando questi si avvicina alla bambina e si intrattiene con lei, la mamma alle sue spalle, si commuove, nonostante cerchi di non farsi vedere. Incrocia in quel momento lo sguardo con la volontaria a cui si era rivolta la figlia, un’altra mamma, la cui bambina è già guarita, ma questo la mamma non lo sa perché non la conosce, probabilmente pensa sia una volontaria come tante. Si sorridono e la mamma della paziente, forse percependo la comprensione della sconosciuta, smette di piangere: le sorride di gratitudine, sorride a Spiderman e alle infermiere e OSS che hanno permesso alla sua bambina di conoscere il suo beniamino e uscire dall’ospedale, anche se solo per poco, e abbraccia la sua bambina visibilmente contenta ed emozionata. La volontaria, mamma della bambina guarita, si avvicina alla mamma e alla bambina, saluta le infermiere e dopo aver ascoltato una canzone insieme, aggiorna sullo stato di salute della figlia e sul fatto che ora è una volontaria dell’UGI. La mamma della piccola paziente non ha più lo sguardo triste e non solo perché la figlia ha realizzato il suo sogno, ma perché intravede la reale possibilità di uscirne, il fatto che la “famosa luce alla fine del tunnel” non è solo un miraggio al termine di un protocollo lungo e tortuoso, ma un qualcosa che accade e che accanto a lei ci sono decine di famiglie che lo testimoniano. Potrei ora raccontarvi la bellezza della madrina, Cristina Chiabotto, la simpatia dei PanPers, la bravura di Neja che ha fatto scatenare la piazza con il suo canto; potrei aggiungere la bravura del presentatore Davide D’Urso, l’aspettativa della gente di vedere Dargen D’Amico, o ancora le belle esecuzioni del Coro del Regina e delle varie orchestre speciali che hanno regalato al pubblicato momenti di pura spensieratezza e divertimento, ma non lo farò perché noi dell’UGI vogliamo che proviate questa stupenda esperienza il prossimo anno con noi, toccando con mano cosa si può fare in un Ospedale come il Regina Margherita dove a fianco di dottori e staff meravigliosi, si uniscono professionalità, ma anche persone diverse, famiglie di guariti e non, di persone ancora in cura e di chi pur non avendo mai sperimentato la malattia spende gratuitamente il proprio tempo per regalare un attimo di speranza e normalità a chi dentro al Regina e, in particolare al 5° piano, passa ben più che un momento, così da unirvi a noi nel cercare di regalare una speranza, un istante di felicità a chi ne ha bisogno. Insieme: perché alla fine è questa la parola chiave per riuscire a fare tutto, anche a creare speranza.