UGI - Il Giornale dell'UGI - BAMBINI UCRAINI IN TERAPIA AL REGINA MARGHERITA

BAMBINI UCRAINI IN TERAPIA AL REGINA MARGHERITA

Bambini ucraini al Regina Margherita di Torino

Sono arrivati a Torino pochi giorni dopo l’invasione dell’esercito russo in Ucraina. Bambini e adolescenti, che erano in terapia oncologica negli ospedali di Kiev e che un ponte aereo ha portato in salvo con le loro famiglie. Al sicuro dalle bombe e dai missili e con le migliori terapie in materia di oncologia pediatrica che la scienza possa mettere oggi a disposizione.
Qualche numero per capire l’impegno che l’UGI ha dedicato e dedica ogni giorno alle sfortunate famiglie ucraine.

Sono 23 complessivamente i piccoli malati arrivati a Torino. Ognuno con la propria famiglia. L’UGI ne ha accolti 14 (più uno che ha completato le cure): 7 a casa UGI e 7 alloggiati in altre residenze.
Ogni famiglia riceve un contributo di 300 euro al mese, 90 dal Comune di Torino, 210 dall’UGI, che provvede, a proprie spese, anche ad una spesa settimanale (fresco e secco) ed ai trasporti logistici. A questo si aggiungano corsi di lingua italiana e la partecipazione ad attività e laboratori ludico-didattici. E alla presenza costante di una mediatrice culturale con funzioni d’interprete.
L’UGI è anche stata nominata coordinatrice dell’intero progetto di accoglienza che comprende Casa OZ, Sermig, Adisco, Città della Salute, Città di Torino, Regione Piemonte e Reale Mutua Foundation.
Insomma, molto più di un semplice impegno. L’UGI ha messo in campo uomini, donne, volontari, professionisti, risorse economiche, piani di logistica, di servizi, di coordinamento.

Quanti avrebbero saputo fare meglio?
Una pandemia che dura da più di due anni, una recessione mai risolta, e una guerra alle porte di casa sono tre avvenimenti consequenziali e drammatici che poche generazioni, anche nel secolo scorso, hanno dovuto affrontare. Soltanto gli storici potranno dire tra venti o trent’anni che effetti ha avuto sulle nostre vite un tornado di queste proporzioni. Ma qualcosa già sappiamo. Ed è proprio quello che UGI ha dimostrato nell’emergenza della guerra. E prima ancora della pandemia. E cioè essere pronti, disponibili, efficienti, reattivi, capaci, rapidi nelle decisioni. Quando tutti questi dettagli si combinano e diventano gli ingranaggi di un motore di lavoro e d’impegno, la macchina della solidarietà funziona e corre veloce ed è preparata.

Dalla parte dell’UGI giocano a favore decine di anni di esperienza, di cultura del terzo settore, di conoscenze acquisite nel tempo. Tuttavia, questo non basterebbe. Perché per ottenere risultati, per dimostrare che se si vuole si può fare, per offrire capacità a risolvere problemi, ci vuole una grandissima volontà personale. Ed è proprio quello che ha permesso ad ogni ingranaggio UGI di trovare il suo posto in questa efficientissima macchina. Quando c’è volontà, unità d’intenti, ingegno organizzativo nessun traguardo è impossibile. Anche quello di saper offrire, in tempi rapidi, ospitalità e conforto a 15 famiglie, e ai loro figli malati di cancro, scappati tutti insieme dalla guerra.