UGI - Il Giornale dell'UGI - CRISTINA CHIABOTTO: “GRAZIE AI BIMBI MALATI HO IMPARATO A VINCERE LE MIE PAURE”

CRISTINA CHIABOTTO: “GRAZIE AI BIMBI MALATI HO IMPARATO A VINCERE LE MIE PAURE”

Musica e spettacolo. Sorrisi, abbracci, battute divertenti. Ma anche un pizzico di commozione. E’ stato un pomeriggio ricco di emozioni quello dell’8 giugno per Cristina Chiabotto. Con l’ex Miss Italia a condurre lo spettacolo del Regina Music Fest. Salita sul palco con l’entusiasmo che la contraddistingue, Cristina ha portato con sé un bagaglio di emozioni che hanno illuminato la giornata. Ma è stato l’incontro con i piccoli pazienti del reparto di Oncoematologia Pediatrica del Regina Margherita a lasciare un segno indelebile nel suo cuore.

Cristina, cosa ha portato a casa da questa esperienza?

È stata un’esperienza fortissima, indescrivibile e piena d’amore, che avevo già vissuto con i Babbi Natale di Forma ONLUS, e sono contenta di essere tornata con Ugi. Fuori è stata una grande festa all’insegna della musica e dell’unione di tutte le famiglie, di tutti i genitori. Entrare nel reparto è stata un’emozione molto più forte e molto più grande, perché l’incontro con i bimbi e con i loro genitori è qualcosa di unico che mi porterò per sempre con me.

Perché ha deciso di sostenere L’UGI e il Regina Margherita?

Il legame con L’UGI c’è sempre stato, anche di riflesso all’impegno che ha vissuto mia mamma con Casa UGI come volontaria. Quindi diciamo che ho sempre sentito parlare di Casa UGI, l’ho vissuta attraverso i racconti di mia mamma, e poi anche io con il mio piccolo, con una vicinanza e con una sensibilità che sicuramente ci lega. Per quanto riguarda il Regina Margherita, oggi, vivendolo da mamma, ha un significato ancora più grande, perché parliamo di bambini e sicuramente il cuore si scioglie di fronte a tutto questo.

Oltre ad aver regalato tanta gioia ed energia sul palco ha voluto visitare il reparto di oncoematologia pediatrica. Cosa ha imparato dai bambini?

È stato un incontro speciale, che non si può descrivere se non vivendolo e provandolo. I bambini, con i loro genitori, mi hanno lasciato il concetto della speranza e del sorriso. Tu vedi questi bimbi che ti guardano con gli occhi pieni di gioia, nonostante tutto. Questi reparti così colorati che sembrano delle piccole camerette riempite di colori e di speranza ti danno un senso profondo alla vita. Molte persone dovrebbero entrare a stretto contatto con queste realtà per capire davvero e per entrare di più nel profondo, non solo per sentito dire o attraverso i racconti degli altri, che comunque servono perché ci fanno rendere conto di quello che ci circonda e di quanto siamo fortunati.

Ad un certo punto, sotto il palco, mi è sembrato che si sia commossa. Posso chiederle perché?

Mi sono commossa perché è scesa un’infermiera dal reparto oncologico di Regina Margherita e abbiamo ricordato quell’esperienza che ho vissuto con loro in un evento passato. Io sono molto sensibile, quindi piango ancora adesso nel raccontare queste cose che mi colpiscono. Quando arrivano l’anima e il cuore, per me, nella vita si vince.

Parliamo un po’ di lei: tre aggettivi per definirsi.

Solare, sensibile, empatica.

Primo pensiero della giornata?

I miei amori della vita, dare il buongiorno alla mia famiglia. Svegliare le mie bambine, dare il buongiorno a mio marito. L’amore, il primo pensiero è l’amore.

L’ultima cosa che fa la sera?

Una piccola preghierina. Sono credente, anche se purtroppo non sempre così praticante, sono cresciuta dai salesiani. Guardo il cielo e mi affido al cielo. Questo è il mio ultimo pensiero del giorno.

Un sogno ricorrente?

Sogni ricorrenti particolari non ne ho. A volte vorrei rivivere di più le persone che non ci sono più come mia nonna Maria, mio cugino Salvatore, anche se sarebbe difficile alzarsi la mattina e rendersi conto che è tutto un sogno. Loro ci sono e ci saranno sempre, però sì mi piacerebbe di più rivivere i miei angeli, quelle persone che purtroppo non ho più qui al mio fianco.

Che libro ha sul comodino?

“Ti amo anche oggi” di Mapi Danna.

Si sente una donna fortunata?

Sì, mi sento molto molto fortunata, l’ho detto dall’inizio del mio percorso. Nel 2004 mi è cambiata la vita in un attimo, da ragazza mi sono ritrovata in un mondo molto più grande di me e ho capito l’importanza dell’elemento fortuna, che significa trovarsi al posto giusto, con le persone giuste, al momento giusto. È ovvio però che la fortuna bisogna sapersela giocare e essere predisposti ad accoglierla. Io ringrazio il cielo ogni giorno per quello che mi ha dato, in primis la famiglia, l’affetto, i sentimenti veri e poi tutto quello che mi circonda, che è questo mondo bellissimo, a tratti complicato, ma bello. Quindi mi ritengo una persona molto, molto fortunata per la salute e per l’amore in primis. Tutto il resto ovviamente è una grande cornice, un grande passaggio che non guasta perché ti fa vivere bene, però ciò che conta per me sono l’amore e la salute.

Se non avesse vinto Miss Italia, chi sarebbe oggi Cristina Chiabotto?

Se non avessi vinto Miss Italia nel 2004 – quest’anno oltretutto festeggerò 20 anni – forse avrei fatto la psicologa. Io ho sempre amato ascoltare la mente dell’uomo, sono affascinata dal percorso introspettivo delle persone che incontro nella mia vita.

Da bambina pensava di arrivare dov’è arrivata?

Sinceramente, mai più mi sarei aspettata tutto questo, non era uno dei miei sogni essere ciò che sono oggi. Non potevo neanche prevederlo, immaginarmelo. E’ stato tutto spontaneo, bello, inaspettato. Una grande sorpresa della vita.

Che cosa le fa paura?

La malattia, il dolore, la sofferenza dell’uomo. Però, attraverso le mie esperienze di madrina dell’istituto di Candiolo per la ricerca sul cancro, quella in Africa con l’associazione NutriAid che sostiene e affronta la malnutrizione infantile, ho capito che quando vedi la forza di persone che, nonostante tutto, ti sorridono e vanno avanti, puoi affrontare le tue paure diversamente.

Qualche rimpianto?

No. Sono una persona serena che fa quello che si sente. Se non ho fatto alcune cose, si vede che doveva andare così.

Cosa significa, oggi, essere madre?

Oggi essere mamma significa tutto. Dai priorità diverse, dai un senso diverso, la tua vita cambia, si riempie, la tua proiezione è proiettata sui figli. È bellissimo, è bellissimo tutto. È veramente l’avventura più bella della vita.

Cosa augura alle sue figlie?

A Luce e Sofia auguro di seguire i propri sogni, di non smettere mai di crederci, di essere oneste, di essere rispettose e gentili con il prossimo. Auguro tutta la felicità del mondo, anche se delle piccolissime sofferenze, magari nei rapporti umani, possono servire. Quindi: rispetto, gentilezza, amor proprio e amore verso gli altri. Alle mie figlie auguro di aiutare e aiutarsi.