Anche se è “solo” un cane, è comunque un’assidua collaboratrice di UGI ODV ormai da diversi anni. Stiamo parlando di Pet Therapy e di Jackie, una Labrador Retriever femmina che, dopo essersi formata e aver frequentato un corso specifico insieme alla sua coadiutrice, ha ottenuto l’idoneità di cane per gli IAA (Interventi Assistiti con gli Animali), più noti come Pet Therapy. Per capire meglio cosa sia davvero la Pet Therapy e perché gli IAA siano adesso riconosciuti dal Ministero della Salute come co-terapia e anche per approfondire il tema, siamo partiti da un po’ di storia. I benefici della relazione tra l’uomo e l’animale nella cura dei pazienti sono noti fin dall’antico Egitto e presso i Sumeri; la storia ci riporta, infatti, numerosi esempi in cui l’uomo si è rivolto ad animali di varie specie per migliorare lo stato di salute degli esseri umani.
La prima persona ad introdurre animali di piccola taglia per dare un po’ di svago ai malati cronici fu, nel 1859, Florence Nightingale; questa infermiera aveva, infatti, notato come e quanto, accudendo gli animali, i pazienti fossero maggiormente stimolati ad avere cura di se stessi, evidenziando, quindi, che gli animali fossero un importante supporto e un grande stimolo positivo per i pazienti. Nel 1953 il neuropsichiatra infantile Boris Levinson propose la prima teoria su ‘’L’Ausilio degli animali come sussidio terapeutico’’ dopo aver osservato i benefici inerenti il contatto fisico che il suo cane Jingles aveva con alcuni suoi pazienti. In particolare notò grandi miglioramenti con un suo piccolo paziente autistico che, grazie alla mediazione di Jingles, riuscì ad esternare ed esprimere le proprie emozioni intraprendendo con lui un vero e proprio scambio relazionale. Nel 1977 negli Stati Uniti venne fondata la Delta Society, un’organizzazione che promuove il coinvolgimento degli animali per migliorare la salute, l’autonomia e la qualità di vita e nel 1990 nacque l’International Association of Human-Animal Health, un’Organizzazione non Governativa partner dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che raggruppa le organizzazioni nazionali che si occupano di ricerca e sviluppo del rapporto uomo-animale.
Attualmente, difatti, superato l’empirismo iniziale, si sta seguendo sempre di più un approccio scientifico tanto che, ad oggi, sono ben oltre 15.000 gli articoli e gli studi scientifici inerenti gli IAA presenti nella sola banca dati di PubMed. Inoltre, i progetti di ricerca condotti dal Reparto di Neuroscienze Comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Centro di Referenza Nazionale per gli IAA, hanno portato alla stesura delle “Linee Guida Nazionali”, approvate dal Ministero della Salute che definiscono questi tipi di interventi come Interventi a valenza terapeutica a supporto della cura di disturbi della sfera fisica, neuropsicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale rivolti a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine.
Per approfondire meglio il tema, possiamo dire che, da diversi studi scientifici è emerso che, grazie alla Pet Therapy, è possibile raggiungere diversi obiettivi concernenti differenti aree:
- L’area cognitivo-comportamentale in cui la Pet Therapy agisce mirando al raggiungimento di uno stato di benessere generale e di rilassatezza psico-fisica tramite il controllo dell’aggressività e il miglioramento delle capacità di attenzione.
- L’area emotiva in cui la Pet Therapy favorisce il controllo degli stati d’animo attraverso l’instaurarsi di un rapporto empatico con l’animale determinando, in questo modo, l’accrescimento dell’autostima che porta all’acquisizione di maggior sicurezza.
- L’area socio-comunicativa in cui l’obiettivo è quello dell’accrescimento della capacità di entrare in relazione con gli altri interagendo col cane e facendo esperienze positive, utilizzando gesti, parole e movimenti del corpo.
- L’area motoria, in cui, la Pet Therapy agisce mirando a migliorare le competenze motorie e percettive attraverso una serie di esercizi mirati in cui sono coinvolti il cane e il paziente.
Questi sono i motivi per cui UGI ODV, grazie alla collaborazione con l’associazione “La Casa del Sole – APS” e alla sua équipe multidisciplinare, composta da figure sanitarie esperte in IAA, dedica tutti gli anni uno spazio alla Pet Therapy offrendo la possibilità ai suoi bimbi e ragazzi di frequentare diversi incontri. Quest’anno, grazie al prezioso contributo del Signor Polignano che ha creduto in questo meraviglioso progetto, gli incontri sono stati numerosi e, come sempre, gratuiti, proprio grazie alle donazioni di privati. Gli interventi hanno lo scopo di aumentare il senso di pro-socialità che si è parzialmente ridotto durante il percorso di cura ospedaliero creando uno spazio di cooperazione e condivisione; le attività ludico-ricreative proposte sono, infatti, centrate sul potenziamento delle risorse personali e sul pensiero positivo, dal momento che collaborare con il cane permette di dare il via ad una comunicazione interspecifica all’interno di una relazione accogliente, non giudicante e non prestazionale che riconsegni loro parte della spensieratezza. Questi incontri, inoltre, favoriscono l’empatia perché passano attraverso una modalità relazionale simmetrica che stimola in modo adeguato il sistema di accudimento; la caratteristica di neotenia del cane, infatti, ne stimola la percezione come essere bisognoso di cure e attenzioni. In conclusione, migliorano il benessere psico-fisico portando alla diminuzione dell’ansia e dello stress, grazie alla naturale capacità dell’interazione uomo-animale di stimolare la concentrazione sul qui ed ora dell’attività e limitare pensieri invasivi. Insomma con Jackie si sta bene, si imparano tante cose nuove, dai diversi tipi di comunicazione intra e inter specifica, ai diversi tipi di scambio e interazione nel gruppo, promuovendo, attivando e sostenendo le risorse e le potenzialità di crescita e di progettualità individuale, di relazione e di inserimento sociale. Nel rispetto delle linee guida del Ministero della Salute, Jackie viene costantemente monitorata sia dal punto di vista clinico, sia da quello comportamentale per tutelare, oltre al benessere dei pazienti, anche il suo benessere e stato di stress. Infatti, un cane non in forma e non in salute non riuscirebbe mai ad assolvere un compito così bello e delicato ed è per questo motivo che quest’estate Jackie è andata in vacanza al mare dove ha potuto rilassarsi, riposare e soprattutto fare lunghe e meritate nuotate, la sua passione.