Domenico De Biasio, Stefano Nardella e Davide Sartori, tre colonne di Radio UGI per raccontare la storia di un mezzo di comunicazione che si è rivelato fondamentale per le attività dell’Associazione. E anche anticipare i programmi per il futuro.
Domenico, ci puoi raccontare Radio UGI dal suo inizio?
Sono ben felice di parlare di questo ricordo ancora così vivo che però e per fortuna si è modificato nel tempo in una importante e attiva realtà vissuta. Ecco perché ora dico con orgoglio che io c’ero il 7 marzo 2018, quando nacque Radio UGI con un evento serale sentito e partecipato al M** Bun (allora si chiamava Mac Bun) in via Lagrange a Torino. C’era così tanta gente, gruppi musicali che suonavano e cantavano, persone legate all’UGI in mille lacci, i nostri ragazzi, l’UGI tutta, la professoressa Fagioli, davvero una gran serata. L’idea originaria era stata quella di una web-radio, un’idea maturata lentamente con Pierpaolo Bonante, perché Pierpaolo anni fa coinvolgeva in Casa UGI i nostri ragazzi ospiti con laboratori tematici molto seguiti, anzi direi attesi. I format venivano allora caricati su Radio M**Bun, gentilmente messa a nostra disposizione. Io vedevo questo via vai di contenuti, coglievo l’entusiasmo dei nostri ragazzi, e mi chiedevo, quasi con ingenuità, perché non proporre qualcosa ancora di più coinvolgente, vivace, attivo, più strutturato, più nostro, partendo da questa esperienza. E sì la sorte fu magnanima, con Pierpaolo pensammo a qualcosa, confusamente all’inizio, ma ci orientò uno dei nostri ragazzi che un giorno ci chiese perché non facessimo una radio tutta UGI. Questa domanda così semplice ma geniale in quel momento per tutti noi, è stata la tessera mancante, l’input importante che mancava. La nostra radio era nata.
Stefano sei uno dei primi volontari a lavorare in radio, attuale membro del direttivo e referente di 15 persone. Ti senti di condividere questo entusiasmo?
Sicuramente, anche se vorrei riflettere prima di tutto per un proficuo confronto con l’oggi, sul vuoto tecnico che c’era nel 2018 quando lo studio per registrare era in Casa UGI con poco e nulla a disposizione, quattro microfoni poco efficienti, due fogli di carta per gli appunti, insomma un nulla cosmico. Però un bimbo di sei anni in cura per la leucemia, in uno di questi pomeriggi in cui ci si trovava per quella che oggi non oso neanche chiamare trasmissione, mi chiese se anch’io avessi avuto la leucemia, come avevo detto in un’altra occasione, e questo mi fece capire proprio come un fulmine a ciel sereno, che con la Radio avrei potuto parlare di qualsivoglia argomento. Ah in questo bailamme iniziale che cosa succede? Compare il Covid e in tutta la sua negatività la nostra rudimentale radio online offre comunicazione, arriva nelle case, e ne capisco l’enorme potenzialità sempre di più.
Domenico, hai qualcosa d’altro da aggiungere?
A dare una mano all’UGI sono sempre stati in molti, e mi riaggancio a ciò che ha detto Stefano per chiarire, cioè gli strumenti per fare la radio erano davvero rudimentali, ma quasi per caso passa in Casa UGI, Tonino Monchiero, che lavorava nel magazzino musicale Verde di Leinì. Un colore non a caso, il verde è simbolo di speranza e cosa da non credere, Tonino, che ancora ringrazio con grande affetto, ci dona i primi importanti strumenti per le trasmissioni che così escono dalla preistoria e diventano meraviglia inaspettata! E da qui si cammina sempre verso il meglio. Poi inizia l’evoluzione della radio, delle finalità nella sua crescita, di come è cambiato il progetto iniziale.
Stefano: Ci provo io, per continuare il proficuo confronto di cui ho parlato prima, penso che occorra provare a indicare ciò che è cambiato. Oggi abbiamo una sede di gran rispetto in UGIDUE, uno studio magnifico, pieno di luce, una consolle, gli strumenti tecnici giusti, un mixer con quattro microfoni, un pc all’avanguardia. Qui possiamo accogliere gli ospiti tutti, dai sostenitori, ai medici, a tutti coloro che desiderano essere presenti per qualsivoglia incontro, ai nostri ragazzi dell’UGI. Il palinsesto della Radio comprende oggi 10 programmi attivi lungo l’arco di tutta la giornata e tutti i giorni, mentre inizialmente la radio trasmetteva un giorno soltanto. Abbiamo i Podcast, come Ciapa l’UGI (un programma che cerca di coinvolgere i nostri bimbi degenti), Narrabam (storie narrate). Passi da gigante sono stati fatti ultimamente, da quando il 15 settembre 2019 è stata inaugurata la nuova Radio su di un palco allestito davanti alla nuova sede UGIDUE, in corso Dante, una giornata memorabile.
Davide, tu sei il direttore artistico della Radio. Sono in radio dal 2022, collaboro alla gestione, lancio i tempi dei programmi, guido i presentatori, gestisco la musica trasmessa, creo le sigle. Conduco alcuni podcast Le voci del Regina Margherita, La parola agli esperti, I consigli di Radio UGI, podcast aperti ai bimbi del Regina, alle loro passioni, ai loro sogni. Per me i ragazzi, la loro esperienza, le loro domande, i loro dubbi, le loro certezze, sono il centro di ogni narrazione, da loro e per loro parte la strada di nuovi programmi, di un nuovo approccio. In UGI c’è una gran bella collaborazione. La Radio è stata portata ultimamente al quinto piano di Oncoematologia e con contatti costanti ha aperto le porte a interviste, problematiche, laboratori a cui i ragazzi partecipano con entusiasmo. Tutti i giovedì viene trasmesso un laboratorio con i ragazzi fuori terapia, una finestra in cui chi lo desidera si può raccontare e la risposta è ottima, Quello che cerchiamo di fare noi che ci approcciamo alla comunicazione tramite la Radio è di essere insieme sempre, di interagire quando si può anche in maniera scanzonata, di essere un gruppo partecipe e simpaticamente attento. Tanto per fare un esempio, un programma si occupa di cercare notizie curiose online che i ragazzi dibattono, criticano, o semplicemente argomentano. Ah, sono trasmessi alcuni quiz, seguitissimi.
Progetti per il futuro. Davide, Domenico e Stefano, che cosa c’è in cantiere?
Davide: Fare radio piace a mille e con UGI spero di poter essere in grado di produrre e proporre con tutti gli amici, sempre più programmi vissuti che possano aprire dibattiti costruttivi, con un accento che oserei definire sbarazzino. La leggerezza accanto all’impegno è il mio motto, con sempre più ragazzi e bimbi con le loro famiglie in studio.
Domenico: Ho un sogno, tanto per citare una frase famosa, e il mio sogno è quello di formare una rete. Mi spiego con un piccolo richiamo al passato. Quando eravamo tutti chiusi, in pandemia, con Radio UGI si collegavano i ragazzi dall’ospedale e il coinvolgimento loro e delle famiglie era notevole. Di qui nasce la nostra aspettativa ossia la convinzione che con una radio si può arrivare dove si vuole. Nel 2020 nasce il format Il Regina di fuori, e l’UGI entra in contatto con altre associazioni A.A.B.C. (Associazione Amici dei Bambini Cardiopatici, FORMA (Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita), ABIO (Associazione per il Bambino in Ospedale), AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), La COLLINA degli ELFI e ogni contatto si poteva avere dalle proprie sedi. Quindi ora abbiamo una certezza, cioè che ci si possa relazionare con sempre un maggior numero di associazioni e anche con altri ospedali in ogni parte d’Italia. Sarebbe stupendo relazionarci con ragazzi di reparti al di fuori del Regina Margherita e aggiungerei un altro pezzetto di sogno, relazionarci con altri reparti legati alla cura dei minori in tutta l’Italia. Te l’ho detto, sogno e sogno in grande.
Stefano: Sicuramente concordo con i miei collaboratori, e aggiungo che il coinvolgimento non basta mai. Il programma Ciapa L’UGI ha superato le 100 puntate e coinvolto più di cento famiglie. Ritengo che si possa nel tempo sviluppare tutto ciò che in qualche modo tenga presente i punti di vista psicologici, emotivi e emozionali, attraverso storie di vita e perché no, attraverso indagini sui videogiochi che ben si prestano a laboratori specifici. Radio UGI è un gioiello nella comunicazione legata all’Associazione, un potenziale molto coccolato da tutti coloro che vi lavorano, da chi la sostiene e da chi la ascolta.