La diagnosi di tumore, le cure e la riabilitazione con i servizi offerti gratuitamente da UGI.
La storia di Marco (il nome è di pura fantasia), non è soltanto la cronaca di una malattia, ma una finestra aperta sul coraggio di una famiglia e sull’importanza del lavoro che UGI, con i suoi professionisti, sa fare per sostenere chi si trova di fronte alla tempesta.
Tutto comincia quando Marco, a un anno e mezzo, riceve una diagnosi spietata: un tumore cerebrale. Per i genitori è il momento in cui il terreno sotto i piedi si sgretola. L’operazione arriva in fretta, seguita da mesi di chemioterapia e radioterapia. Per un anno e mezzo vive in ospedale. Una vita sospesa, una famiglia che si spezza: il fratellino più grande, di cinque anni, rimane a casa, lontano dalla madre che assiste Marco. Il padre cerca di tenere insieme i pezzi, ma la distanza, la separazione e il continuo timore per la salute del più piccolo scavano solchi profondi nelle loro vite. La coppia si riduce a una staffetta. Il pensiero è solo uno: come salvare il loro bambino.
A tre anni, Marco viene inviato dall’ospedale Regina Margherita a UGICARE, il centro riabilitativo dell’UGI. Qui inizia un percorso riabilitativo complesso, dove la parola d’ordine è “multidisciplinarità”.
Una neuropsicomotricista, una logopedista, un’ortottista per Marco e psicoterapeuti per la mamma e il fratello: tutti insieme, come un’orchestra, lavorano per armonizzare una melodia che sembrava persa. Ma non è facile. Il bambino, ancora piccolo, porta con sé cicatrici profonde, non solo fisiche. Le crisi comportamentali iniziali sembrano un muro invalicabile. L’équipe, però, non si arrende. Sa che la chiave è la motivazione. Con pazienza, giorno dopo giorno, crea uno spazio sicuro dove Marco può crescere, imparare e, soprattutto, tornare a essere un bambino. Parallelamente, la famiglia viene presa per mano. Il fratellino maggiore trova nei colloqui psicologici uno spazio per elaborare le sue paure e il suo dolore. La madre, che ha rinunciato al lavoro, chiedendo l’aspettativa per seguire il figlio, riceve supporto per affrontare lo stress di una vita stravolta e per recuperare una dimensione familiare che sembrava irrimediabilmente compromessa. È qui che il lavoro dell’UGI si mostra in tutta la sua potenza. Senza i servizi gratuiti offerti dall’Associazione, questa famiglia avrebbe dovuto affrontare costi insostenibili: terapie, riabilitazione, supporto psicologico. Invece, grazie a questa rete solidale, è stato possibile concentrare energie e risorse sul percorso di cura.
Il modello su cui si basa l’UGI è quello del biopsicosociale, un approccio olistico che considera non solo gli aspetti biologici della malattia, ma anche quelli psicologici e sociali. Seguendo le linee guida dell’ICF dell’OMS, ogni elemento è parte di un mosaico più grande. Perché curare un bambino significa anche curare la famiglia che lo sostiene. Oggi, grazie a questo lavoro, Marco continua a fare progressi significativi. Il fratellino più grande, la madre, il papà, ritrovano lentamente un equilibrio.
La vita non è più sospesa, ma in movimento.