UGI - Il Giornale dell'UGI - L’EDITORIALE DI STEFANO TAMAGNONE

L’EDITORIALE DI STEFANO TAMAGNONE

“Come sta? Meglio, ma oggi è un po’ giù e ha detto che preferisce stare nella sua stanza. Sola”. La stanza è la prima del lungo corridoio in cui si incrociano le vite di bambini e adolescenti malati di cancro ospiti, con i loro genitori, di Casa UGI. Chi parla è un padre arrivato a Torino da una città del Sud in cui per la figlia non c’erano cure adeguate. Un uomo forte, determinato, che si aggrappa a tutto quel che può per trovare un barlume di quella che, prima della feroce diagnosi, considerava normalità. Lo fa lavorando a distanza, collegato all’ufficio con un pc portatile, accanto alla grande sala giochi illuminata dai raggi tenui che filtrano mentre il sole va a dormire in un tramonto d’autunno. E’ stato lui, con la sua voce rotta dall’emozione e la tenacia nello sguardo di chi non può, e non vuole, arrendersi di fronte al male, a indicarmi la via da seguire come direttore del giornale dell’UGI. Che è una Casa, ma anche molto di più. Una grande comunità fatta di persone che offrono impegno, tempo, passione per fornire servizi e rendere possibili tanti eventi e iniziative unite da un comune denominatore: l’amore. Declinato in quella forma speciale subito colta dal grande fotografo Steve McCurry che, dopo aver incontrato i nostri bimbi e i volontari, ha definito ciò che ha visto “un esempio di devozione”. Il compito mio, assieme alla redazione che è il vero cuore pulsante di ogni giornale, sarà quello di spalancare le porte. E proseguendo lungo la strada tracciata da Giorgio Levi, di cui raccolgo il testimone, far sì che queste pagine diventino sempre più una finestra aperta sul mondo UGI. Dando voce a quel padre che lavora al pc, a tutti i piccoli pazienti, alle loro famiglie. Raccogliendo le testimonianze di persone come Roberta, che esordisce come redattrice in questo numero spiegandoci che essere volontari significa aiutare gli altri, ma anche far del bene a se stessi. E poi ci sono i donatori: aziende o persone come le sorelle Paoli, che all’UGI hanno regalato un appartamento. Anche grazie a loro è stato possibile inaugurare il nuovo residence di via Saluzzo. Un altro – prezioso – mattone, per questa casa che diventa sempre più grande. E importante. Non solo per i pazienti del Regina Margherita e per le loro famiglie, ma per l’intera comunità, come dimostrano i dati a cui dedichiamo lo speciale firmato da Marcella Mondini. Le cifre sono state raccolte da un gruppo di ricercatori che hanno calcolato l’impatto sociale di UGI, stabilendo che ogni euro donato non solo viene speso bene, ma, tra investimenti e risparmi per la sanità e per le famiglie, genera un valore quasi doppio, con un coefficiente di 1,9. Così, nel 2022, a fronte di un investimento di circa 2,8 milioni di euro, è stato creato valore sul territorio per circa 5,4 milioni. Numeri che, come sovente accade, da soli dicono più di mille parole.