UGI - Il Giornale dell'UGI - L’EDITORIALE DI STEFANO TAMAGNONE

L’EDITORIALE DI STEFANO TAMAGNONE

Quattrocentomila enti, 1,6 milioni di addetti e quasi sei milioni di volontari. Bisogna partire dai numeri per capire il ruolo fondamentale del Terzo Settore in Italia. Con una spinta fondamentale per il nostro Paese dal punto di vista sociale, ma anche economico, visto che il valore della produzione, secondo le stime più attendibili, supera gli 84 miliardi di euro e l’impatto reale sfiora i 100 miliardi. Soldi (tanti), che lo Stato e le amministrazioni periferiche dovrebbero spendere per garantire quei servizi che invece vengono garantiti attraverso il volontariato. Soltanto in Piemonte, i volontari impegnati in attività complementari a quelle offerte dall’Amministrazione pubblica sono 73mila, con un contributo economico che si calcola superi i 6 miliardi di euro. Soltanto l’UGI, secondo il recente studio che ha calcolato l’impatto sociale della nostra Odv nel 2022, moltiplicando per due le cifre ricevute e poi investite nelle proprie attività, ha generato un valore per il territorio di 5,4 milioni di euro. Tra gli stakeholder che, secondo lo studio, hanno ottenuto un contributo maggiore dalle attività di UGI, l’ospedale Infantile Regina Margherita, che, grazie all’ospitalità offerta dall’Odv, ha avuto a disposizione più posti letto nel reparto di Oncoematologia pediatrica. Il valore generato, in questo caso, è di 819.873,79 €, ai quali vanno aggiunti 305.631,07 € di risparmio per i servizi ambulatoriali in day hospital grazie alla presenza dell’assistenza domiciliare e 289.996,12 € investiti direttamente da UGI per la ricerca. E poi ci sono le attività per i pazienti fuori terapia, che – con le loro famiglie – beneficiano in prima persona del risparmio relativo all’attività di riabilitazione, che viene effettuata negli spazi della palestra in UGI Due di corso Dante, generando un valore di 445.281,55 €. Cifre importanti, che impongono una riflessione sulla situazione attuale, ma anche e soprattutto sulle prospettive di un mondo no profit che merita di conquistarsi un ruolo sempre più di primo piano tra le priorità della politica, anche a livello europeo. Partendo dall’ascolto di quelle associazioni che, ogni giorno, danno concretezza al concetto prezioso di sussidiarietà, garantendo un supporto indispensabile alle persone malate e più fragili. In Italia, negli ultimi anni, qualche importante passo avanti è stato fatto. Nella nostra Regione e nella città di Torino anche. E ora ci si augura che la svolta, culturale e politica al tempo stesso, arrivi fino a Bruxelles, vero cuore pulsante di un’Europa che dovrebbe fare del Terzo Settore uno dei pilastri fondamentali delle proprie politiche. Sarebbe giusto. E forse farebbe bene anche all’immagine di un’Unione che – dicono i tassi di astensionismo registrati nelle ultime elezioni – non appassiona molto i propri cittadini. Che la sentono distante e molto spesso la temono, accorgendosi che esiste solo quando stabilisce il diametro minimo delle vongole o la curvatura corretta dei cetrioli.