UGI - Il Giornale dell'UGI - Maestra Ripalta e l’importanza delle fiabe in Ospedale

Maestra Ripalta e l’importanza delle fiabe in Ospedale

Vi siete mai chiesti perché da piccoli ci leggevano sempre le fiabe e perché ancora oggi, in un mondo in cui tutto va troppo veloce, si continua, fortunatamente, a prenderci del tempo per farlo? Perché il ruolo rivestito dalla fiaba va ben oltre il semplice intrattenimento; le fiabe sono, infatti, uno strumento educativo molto efficace. La fiaba è una forma giocosa che aiuta il bambino a comprendere i sentimenti e ad entrare in contatto con le diverse emozioni sperimentate, imparando a riconoscerle, a nominarle e quindi esprimerle. La fiaba, quindi, è davvero importante perché aiuta il bambino a scoprire il proprio mondo interiore ed emotivo. Per i bimbi ricoverati in ospedale, però, le fiabe, oltre ad essere uno strumento educativo, vanno ben oltre e rivestono un ruolo fondamentale: alleggerire l’esperienza del ricovero, portare benessere, farli sognare e sentire protetti poiché “le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”.

Per approfondire l’importanza della fiaba per i bambini ricoverati in ospedale, ci siamo rivolti a Ripalta Picchiarelli, insegnante di scuola dell’infanzia presso il day hospital e il reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

Ripalta, ci potresti spiegare, in un modo più approfondito, quale ruolo riveste la fiaba nella relazione con i bimbi più piccini?

La fiaba parla al bambino utilizzando un linguaggio a lui molto familiare: il pensiero magico. Attraverso la fiaba, il bambino amplifica e sviluppa la creatività, l’immaginazione e la flessibilità mentale; il bambino, dunque, accresce il proprio intelletto giocando e divertendosi. Attraverso l’identificazione con i personaggi narrati, il bambino impara ad accettare il diverso, a rispettare le regole e a sviluppare empatia. Come diceva lo scrittore e giornalista britannico G.K. Chesterton: “Le favole dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”.

Ci racconti che cosa rappresenta per un bambino una fiaba e cosa rappresenta per te?

Il bambino, ascoltando una fiaba, non si rende nemmeno conto del fatto di non star apprendendo dei saperi, dei valori e delle norme di comportamento; ed è proprio questo l’obiettivo dell’educare attraverso la fiaba. Ovvero, proporre al bambino testi e successive attività didattiche le quali faranno sì che la storia raccontata assuma un ruolo di “insegnante passivo”.

Quante e quali fiabe leggi? In che modo le scegli?

Ogni settimana inserisco nelle attività didattiche la lettura di una fiaba. Scelgo la fiaba seguendo i gusti del bambino/alunno oppure scelgo la fiaba per offrire ai bambini numerosi stimoli di apprendimento e occasioni per veicolare i contenuti della programmazione educativo – didattica e curricolare.

Come viene accolta la lettura delle fiabe dai bimbi? E come viene accolta questa iniziativa dai genitori?

Leggere le fiabe ai bambini è, spesso, un piacere anche per gli adulti stessi, per me in primis. Coinvolgere i bambini nell’ascolto di una storia è facilissimo! Chiamare sempre in causa i bambini, questo è il segreto principale di una lettura efficace. Farli sentire coinvolti dentro la storia, usare i movimenti del corpo, i toni di voce, fare domande o piccoli scherzi. In questo modo la loro attenzione resterà sempre accesa. I genitori, dopo la lettura, mi chiedono addirittura in prestito i libri per rileggere la fiaba in un contesto più familiare; poi insieme iniziamo a costruire una raccolta di fiabe.