UGI - Il Giornale dell'UGI - MUSICA E’

MUSICA E’

Da sempre la musica accompagna la vita dell’uomo. Il rumore di una foglia che scricchiola sotto le scarpe, l’acqua di un ruscello che scorre, il canto di un bambino, il suono di uno strumento musicale, una composizione classica, una canzone contemporanea, tutto è musica. Ci entra dentro, la sentiamo senza accorgercene. Siamo spesso inconsapevoli della colonna sonora quotidiana che ci accompagna da quando apriamo gli occhi a quando torniamo a dormire. La musica è colore, armonia, disturbo, induce allegria e tristezza, ricordi belli e meno belli. Non esiste persona al mondo che non conosca qualche ritmo che lo fa star bene, che gli ricorda qualche episodio della sua vita, che sia attratto o respinto da una musica, qualsiasi essa sia.

Ma in realtà cos’è la musica? Come ha detto Daniel Baremboim (pianista e direttore d’orchestra) “la musica è un tutto”; mentre Riccardo Muti afferma che la musica è “parte integrante dell’universo, espressione assoluta e indissolubile dell’uomo. Necessità che non si può reprimere.” L’armonia, cioè il rapporto dei suoni che ci accompagna, stimola in noi pensieri e idee. Forse non lo sappiamo ma è il linguaggio che ci unisce agli altri e ci aiuta, o ostacola, nel rapporto con altre persone. Non ha parole, ma solo sentimento. Può piacere e non piacere, ma comunque ci parla. È un linguaggio che supera ogni barriera linguistica, ogni divisione politica e sociale. In un certo senso è un facilitatore nei rapporti interpersonali. Avete mai visto un concerto, contemporaneo o classico, andare deserto? E invece avete notato quale folla gremisce uno stadio per ascoltare cantanti e concertisti? Quest’inverno ho visto un piccolo gruppo musicale andare in giro per la città su un motociclo Ape, fermarsi in una piazza e iniziare a suonare. In pochissimi minuti erano circondati da gente di passaggio che seguiva con entusiasmo la loro musica. Per non parlare degli artisti di strada che suonano la chitarra, il violino o la tastiera e raccogliere consensi per il solo motivo che sanno suonare e trasmettere emozioni. Lo stesso avviene per i nostri bimbi, con la musica vanno lontano, si divertono, sentono il trasporto e si distraggono. Di questo ce ne parla anche Pietro Morello, un esperto di musica e, per UGI, un’autorità in fatto di comunicazione in musica. Chi è Pietro? Un musicista, artista di strada, educatore e innovatore al servizio delle missioni umanitarie. Perché i bambini gli riempiono l’anima. Così lo definisce un sito, e siamo assolutamente d’accordo. Lui va in ospedale, al Regina Margherita, a suonare per i bambini. Lui va in missione in Africa per insegnare la musica ai bimbi. Lui è un artista completo che suona tanti strumenti. Lui vive per gli altri. Ci dice: “La musica è come la felicità, i bambini la capiscono meglio perché la accolgono così com’è. Suonate e i bambini balleranno con voi. Ridete, per davvero da dentro, e i bambini rideranno con voi. La musica, l’arte in generale, è l’esemplificazione materiale dei sentimenti: si può fare musica triste per accompagnare momenti giusti, musica calma per pensare un po’ di più, musica allegra per creare festa. L’unione tra la versatilità dell’arte e la potenza comunicativa dei bambini esprime in sé il concetto di felicità e per spiegarlo, visto che non sono capace, mi affido alle parole di Mattia, 7 anni, leucemia. A Mattia chiesi: cos’è la felicità? E lui mi rispose: non so però è bella!”

 

Vivo per lei da quando sai

La prima volta l’ho incontrata

Non mi ricordo come ma

Mi è entrata dentro e c’è restata

Vivo per lei perché mi fa

Vibrare forte l’anima

Vivo per lei e non è un peso.

 

Così canta Andrea Bocelli (tenore e cantante pop italiano) in una nota canzone di qualche anno fa. Non mi ricordo come, mi è entrata dentro e ci è restata, è così che capita. Entra dentro e lo fa anche in momenti inaspettati. Quando siamo malati, quando ci sposiamo, quando trascorriamo una giornata qualsiasi, ecc. ha il potere di influire sulla nostra mente a tal punto da farci cambiare umore e pensieri. Fa vibrare forte l’anima!

Forse cambierà nella testa della gente

La mentalità di chi ascolta ma non sente

Prima che il silenzio scenda su ogni cosa

Quel silenzio grande dopo l’aria esplosa.

Perché un mondo senza musica

Non si può neanche immaginare

Perché ogni cuore, anche il più piccolo

È un battito di vita e di amore

 

E questo è ciò che dice Eros Ramazzotti. C’è chi sente ma non ascolta, non percepisce l’armonia, non sente il linguaggio, ha le orecchie chiuse. Perché un mondo senza musica non si può neanche immaginare! La bellezza della musica sta nel non farci sentire soli, nel condividere emozioni con gli altri, nell’immortalare un evento associandolo ad una canzone. La musica dà piacere, suscita forti passioni, stimola i ricordi, facilita e rafforza i legami sociali. L’ascolto riesce ad ottenere il più alto coinvolgimento a livello emotivo andando oltre il linguaggio. Ascoltare musica può assolvere a diverse funzioni e il suo contributo varia da persona a persona, dal grado di coinvolgimento che riusciamo a stabilire con ciò che ascoltiamo, dalla nostra sensibilità, dalle nostre aspettative e dalle necessità che, più o meno inconsciamente, cerchiamo di soddisfare attraverso l’ascolto. Facciamo colazione con la musica, andiamo per la strada con le cuffie per ascoltare musica, facciamo ginnastica con la musica, lavoriamo persino con un sottofondo musicale, ci rilassiamo con la musica. La musica ci “contiene”, ci aiuta a ricordare, ci fa evadere e sognare ad occhi aperti. Studi scientifici affermano che la musica può stimolare delle modificazioni nella chimica del nostro cervello, può favorire la produzione di sinapsi nuove. L’ascolto della musica, e ancor più di una canzone che ci piace particolarmente, è legata ad alcuni processi specifici di autogratificazione. Inoltre mentre siamo in ascolto il nostro cervello sprigiona ormoni come endorfina e dopamina, comunemente chiamati “molecole della felicità”.

 

La musica è finita,

gli amici se ne vanno…

 

così cantava Ornella Vanoni tanti anni fa. La musica finisce, la festa finisce, il silenzio ritorna ma il ricordo dell’armonia, degli accordi e della compagnia resta.