UGI - Il Giornale dell'UGI - PREVENZIONE DEI TUMORI NELL’ETA’ INFANTILE E ADOLESCENZIALE. INTERVISTA A ELENA BARISONE

PREVENZIONE DEI TUMORI NELL’ETA’ INFANTILE E ADOLESCENZIALE. INTERVISTA A ELENA BARISONE

Prevenzione per le neoplasie in infantili, si può fare? 

È molto complicato, poiché le cause in più del 90% dei tumori pediatrici non sono note, mentre nei restanti casi si possono individuare fattori ambientali e soprattutto genetici. 

Negli adulti al contrario uno dei principali imputati nello sviluppo del cancro è lo stile di vita non salutare, che spesso perdura da tempo, la cui correzione permetterebbe di prevenire la comparsa del tumore in una quota significativa di casi. 

Esistono però alcuni tumori, ma sono rari, nei confronti dei quali si può fare prevenzione primaria ossia ridurre la possibilità che compaiano, tenendo sotto controllo i fattori di rischio, perché sono su base virale. In questo caso i vaccini sono importantissimi, i genitori possono proteggere i loro bambini dal virus dell’epatite B, per evitare un possibile futuro cancro al fegato; possono sottoporre le ragazze dai 12 anni in poi alla vaccinazione contro l’HPV contro i tumori del collo dell’utero. Esiste inoltre la possibile prevenzione secondaria cioè la diagnosi precoce, tramite opportuni screening, dei tumori pediatrici che insorgono in bambini con condizioni genetiche che ne aumentano il rischio (come la sindrome di Down, la neurofibromatosi tipo 1, la sindrome di Beckwith Wiedeman) o con sindromi familiari ereditarie di predisposizione al cancro. 

Gli studi in questo campo sono in continua evoluzione, al fine di individuare le mutazioni genetiche che aumentano il rischio di tumore rispetto alla popolazione generale e che possono essere trasmesse ai figli. Anche nel nostro centro è avviato, in collaborazione con i genetisti, lo studio delle sindromi di predisposizione familiare al cancro nelle famiglie dei nostri pazienti che risultano eleggibili allo screening, allo scopo di effettuare la prevenzione secondaria tramite l’opportuna sorveglianza clinica e la diagnosi precoce. 

 

Che rapporto c’è tra lo stile di vita e la comparsa di un tumore? 

Lo stile di vita comprende tutte quelle abitudini e fattori di rischio non corretti che 

protratti nel tempo possono favorire lo sviluppo dei tumori. L’adozione di comportamenti salutari (normale peso corporeo, attività fisica, dieta sana, astensione da bevande alcoliche e fumo, fotoprotezione cutanea) è raccomandata per tutti gli adulti per prevenire il tumore e per i soggetti che hanno superato la malattia neoplastica per prevenire la ricaduta. Per quanto riguarda poi l’esposizione ai fattori ambientali cancerogeni (radiazioni, campi elettromagnetici, pesticidi, benzene, gas di scarico, particolato atmosferico) a differenza degli adulti nei bambini i risultati degli studi epidemiologici non sono univoci. 

Evidenze certe di cancerogenicità sono risultate per le radiazioni ionizzanti, per il fumo (esposizione passiva), per alcuni solventi e agenti chimici; tuttavia viene raccomandato un atteggiamento prudenziale di riduzione dell’esposizione a tutti i possibili fattori cancerogeni sia dei bambini che dei genitori in fase preconcezionale e concezionale.

 

Torniamo alla diagnosi per i bambini. 

È fondamentale la diagnosi precoce, che permette l’inizio tempestivo del trattamento. 

Quando comunico la diagnosi di tumore ai nostri genitori e ai nostri pazienti affermo sempre che: non so perché tu hai questa malattia, ma la so curare. 

Gli attuali protocolli di cura permettono infatti la guarigione in oltre l’80% dei casi. 

La cura è sicuramente lunga e impegnativa, ma coronata dal successo nella maggior parte dei pazienti, successo destinato ad aumentare ancora grazie ai continui studi in tutti i campi dell’oncoematologia pediatrica. 

 

Dunque, in sintesi, quando si può parlare di prevenzione nei bambini? 

La prevenzione riguarda in particolare un bambino quando è guarito da un tumore. 

Tutti i nostri pazienti, terminato il protocollo di cura vengono seguiti con periodici controlli clinici, ematochimici e strumentali per la sorveglianza della possibile ricaduta e della eventuale tossicità tardiva legata al trattamento presso l’Ambulatorio della nostra Struttura. Successivamente, quando sono trascorsi almeno cinque anni dalla fine della cura e dopo il compimento del diciottesimo anno di età, il follow-up prosegue presso l’Unità di Transizione per neoplasie curate in età pediatrica dell’Ospedale Molinette. I controlli prevedono anche la sorveglianza della possibile insorgenza del secondo tumore poiché i soggetti guariti da tumore in età pediatrica sono a maggior rischio. 

Ci sono programmi di screening personalizzati in base all’età e al tipo del primo tumore, alla terapia effettuata, alla presenza di fattori di rischio genetici e familiari che permettono una diagnosi precoce.

 

Parlare di prevenzione diventa invece fondamentale negli adolescenti. 

È importantissimo parlare di prevenzione anche in questo caso. Uno degli obiettivi dell’ambulatorio per i pazienti fuori terapia è l’aspetto educazionale, secondo quanto indicato dalle linee guida internazionali, cioè la continua informazione sul ruolo che il corretto stile di vita ha nella prevenzione del tumore. Occorre responsabilizzare i ragazzi sul significato e sulla necessità di effettuare i controlli previsti e di adottare uno stile di vita salutare, normopeso, dieta sana, sport, no alcol e fumo. Come dimostrato da numerosi studi è così possibile prevenire la comparsa di più di un terzo dei tumori.