UGI - Il Giornale dell'UGI - Terzo settore, parola d’ordine collaborare

Terzo settore, parola d’ordine collaborare

Tavola rotonda al Salone del Libro sulla necessità di dare più forza al ruolo delle associazioni di volontariato puntando sulla messa a fattor comune dei singoli ruoli e specificità e anche sulla maggiore consapevolezza del proprio valore sociale. Tutto è partito da una telefonata. L’Ospedale Pediatrico Regina Margherita lanciava un appello urgente per dare ospitalità a 26 famiglie appena arrivate dall’Ucraina, con indosso nulla se non il terrore della guerra e perdipiù con l’angoscia di trovare cure immediate per i figlioletti malati di tumore. La reazione dell’UGI è stata istantanea e dopo una serie di contatti serrati si sono mobilitati anche CasaOZ e Sermig per dare una risposta tempestiva all’emergenza. Alla sera della stessa concitata giornata tutte le famiglie avevano un tetto, pasti caldi, un letto e soprattutto la certezza di mettere i propri figli nelle mani di equipe mediche di eccellenza europea. Era l’8 marzo dello scorso anno. Le tre realtà – UGI, CasaOz e Sermig – erano riuscite, insieme e in poche ore, a superare sé stesse. Una operazione che doveva far riflettere sull’importanza dei servizi di rete nell’associazionismo. la tavola rotonda “Terzo Settore, professionalità’ e innovazione sociale. La cura al centro della collaborazione tra organizzazioni” – organizzato da CasaOz alla recente edizione del Salone del Libro – ha inteso proprio approfondire questo argomento, che è anche una provocazione.

Con l’aiuto dell’autore, regista e docente Alessandro Avataneo, nei panni di moderatore, l’incontro ha chiamato i protagonisti a dare il proprio contributo di idee per quello che era nel frattempo diventato il progetto “Emergenza Ucraina” e cioè UGI, CasaOZ e Sermig insieme con lo stesso Ospedale Regina Margherita. Ma ha poi allargato il campo ad altri soggetti, realtà tra le più attive del nord ovest a sostegno dei più fragili: Dynamo Camp, Emozioni Giocate Onlus e l’Istituto Giannina Gaslini di Genova. Enti che, pur con missioni e caratteri diversi, sanno riconoscere la centralità della persona in ogni fase quotidiana del proprio lavoro. Né poteva mancare la voce della Città di Torino, che con Genova dà sede a questi importanti organismi e che ne appoggia programmi ed obiettivi. “Il nostro territorio vanta un patrimonio di competenze che aggrega centinaia di professionisti e volontari – ha considerato la vicesindaca della Città di Torino, Michela Favaro – Ed è per valorizzare questa ricchezza che abbiamo avviato un percorso di rete. L’obiettivo è condividere le buone pratiche di tutte le organizzazioni che collaborano con l’ospedale Infantile Regina Margherita. Vogliamo dare vita a standard partecipati e uniformi in risposta alle necessità delle famiglie che qui sono destinate a trascorrere lunghi periodi e come garanzia di cure per i loro figli affetti da gravi patologie. Puntiamo a un vero e proprio modello di innovazione sociale che faccia di Torino una città sempre più accogliente a beneficio di tutti, ma soprattutto di coloro che attraversano momenti di grave difficoltà”. La parola d’ordine per tutti è “fare bene del bene” e le risorse ci sono tutte. La sfida è quella di portarle a una sempre più profonda integrazione, senza con questo snaturarle, nel pieno rispetto delle singole specificità e diversità di metodo e stile.