IL NOSTRO SOSTEGNO CONCRETO PER CASA, LAVORO E TRASPORTI
È come un fiume in piena. Quando la diagnosi arriva, trascina con sé ogni cosa: casa, lavoro, trasporti. La vita quotidiana si sfalda sotto l’urto implacabile della malattia, lasciando le famiglie senza punti d’appoggio. Eppure, anche in questo naufragio, c’è una luce che si accende e guida. Nelle corsie silenziose del Regina Margherita, il Servizio Sociale Aziendale della Città della Salute e della Scienza si erge come un faro per i genitori dei piccoli pazienti, un sostegno solido in un mare di burocrazia e incertezze.
“Quando viene comunicata la diagnosi, il medico e la psicologa presentano il nostro servizio, e da quel momento prendiamo in carico la situazione,” spiega Valentina Putzu, assistente sociale con l’esperienza di chi conosce a fondo il peso delle parole e dei silenzi. “Ogni famiglia è un mondo a sé”, dice Putzu, ma le necessità ricorrono con un ritmo invariabile: casa, lavoro, trasporti. “Nel 2023 sono state seguite circa cento famiglie, tutte con il bisogno di difendere il diritto al lavoro attraverso la legge 104 e di accedere al riconoscimento dell’invalidità civile per ottenere un supporto economico”. Tuttavia, “un quarto di queste famiglie si scontra con problematiche più complesse, che richiedono un intervento puntuale e mirato”.
La casa, innanzitutto. Che non è tanto una questione di distanza dal centro di cura, grazie alle soluzioni offerte dall’UGI. Il problema è più profondo, insidioso. “Alcune famiglie vivono in abitazioni inadatte, spesso in condizioni precarie: micro appartamenti senza riscaldamento, impossibili da rendere accoglienti per il ritorno di un bambino in cura. E in questi casi – racconta Putzu ci attiviamo per reperire una sistemazione più adeguata”.
Il capitolo trasporti è altrettanto critico. Il Servizio Sociale Aziendale cerca di intervenire con soluzioni che si appoggino alle reti locali, chiedendo, quando necessario, il supporto dell’UGI per interventi mirati. Il tutto in un contesto di servizi pubblici sempre più ridotti. “Torino, per esempio, non offre più buoni taxi, in Valle d’Aosta il rimborso carburante è stato cancellato.
Poi c’è il lavoro, o meglio, la sua assenza. “Mi trovo di fronte famiglie con entrambi i genitori disoccupati, o con lavori con contratti a termine, che vanno sostenute diversamente. E allora cerco di appoggiarmi alla rete di servizi del territorio, utilizzando le misure di sostegno al reddito”. Il 90% delle famiglie, può contare “sull’indennità di accompagnamento dell’Inps da 530 euro al mese”. Che però per i linfomi non viene concessa. “In questo caso, viene riconosciuta l’indennità di frequenza di 330 euro al mese”. “Ogni storia è unica”, sottolinea Putzu. “Ogni famiglia porta con sé un carico di dolore che travalica le differenze di provenienza, ceto sociale, religione”. E il Servizio Sociale, con i suoi interventi, prova a cucire un tessuto di solidarietà là dove la malattia ha strappato. La luce del faro non si spegne mai. Nella sua quotidiana ostinazione, fatta di moduli compilati, telefonate insistenti e mani tese, il Servizio Sociale Aziendale offre qualcosa che va oltre le pratiche: restituisce alle famiglie un po’ di equilibrio. Un ancoraggio, anche minimo, nel cuore della tempesta.