UGI - Il Giornale dell'UGI - Vedere il mondo dall’oblio

Vedere il mondo dall’oblio

Quanto incide il nostro passato sul nostro presente? e sul nostro futuro?

È una domanda che normalmente ci poniamo e spesso sappiamo anche che la risposta è “tanto”. Siamo frutto del nostro passato, le nostre scelte, esperienze, delusioni, traguardi e conquiste sono l’insegnamento che influenzano il nostro presente e il nostro futuro. Ma è sempre così? La risposta è no! No, perché quando nel proprio passato c’è una malattia, il proprio presente e futuro sono coinvolti inevitabilmente. Passiamo anni a cercare di limitare al massimo questo coinvolgimento, a superare e accettare un passato difficile, a volte ci riusciamo di più, altre meno, ma la cosa peggiore è quando non abbiamo potere su questo, o meglio, quando non dipende da noi. Spesso un guarito da una malattia oncologica, che impara a gestire al meglio il proprio passato, si ritrova a fare i conti con questo proprio quando vuole investire sul futuro. Combattiamo per anni per essere visti con occhi “normali”, magari ci riusciamo anche, ma poi sono proprio gli occhi “normali” a non vederci. Per anni siamo stati su questa enorme nave del passato, guardando il mondo dall’oblò, mari piatti e tempeste che spesso, anche dopo la malattia, siamo stati costretti a subire. Un guarito oncologico spesso si trova davanti alla privazione di servizi quotidiani, per esempio un mutuo, un’assicurazione, un lavoro. Privati di un’adozione anche per una donna che magari, a seguito di terapie invasive o interventi, è l’unico modo per diventare mamma.

Tutto questo per cosa? Per aver avuto un passato diverso? Per aver avuto un cancro? Si, esattamente per questo. Un guarito cerca di costruirsi un futuro, reintegrarsi nella società e condurre una vita comune, ma si trova spesso davanti a queste vere e proprie discriminazioni che, psicologicamente, distruggono, annientano e demoliscono. Trascinano in fondo, nell’oblio. Dimenticati. Discriminazioni che riaprono ferite, ci addossano delle colpe che non abbiamo, esclusioni che disarmano e che portano a uno sconforto, a una guerra senza armi. Privati di un futuro uguale per tutti, ancorati a un passato. Anni passati a lavorare per non vedersi più “malato” ma guarito. Pochi secondi per farci sentire ancora confinati in un ospedale. Peggio ancora è quando la malattia si ha avuta in età pediatrica, magari talmente piccoli da avere pochissimi ricordi e ci si vede privati di un futuro senza capire il perché. La legge sull’oblio cambia tante cose! Cambia il nostro futuro! Un guarito da una malattia oncologica potrà richiedere mutui, prestiti, assicurazioni e adozioni senza dover far riferimento alla patologia (se passati un certo numero di anni dipendenti da diagnosi a diagnosi). Un guarito da una malattia oncologica potrà avere un lavoro senza essere escluso per questo, potrà partecipare a un concorso dove era clausola di esclusione. Potrà vedere un futuro senza essere sempre scaraventati e costretti a nasconderci nel passato.

Nascosti, o meglio, invisibili al riconoscimento di diritti sul futuro, persi nell’oblio, da dove abbiamo guardato il mondo. Un oblò dall’oblio. Voglio immaginare che questa legge si chiami “Legge sull’oblio” per questo, per ricordare a tutti dove ci hanno lasciato per tutti questi anni e dove non torneremo più.